«Ho avuto il Covid. Ora sono negativo, sono arrabbiato e sono tornato. Questa è la mia storia». J-Ax introduce così il video di oltre quattro minuti che ha postato sui social in cui racconta ai suoi 2,4 milioni di follower la sua esperienza con la malattia e la rabbia che ne è scaturita. «Ho avuto il Covid. Non ne ho voluto parlare prima per rispetto. Io sono un privilegiato e la mia voce poteva soffocare quella di italiani realmente in difficoltà», ha spiegato, precisando di aver sentito il bisogno di prendere la parola ora che il suo tampone, quello della moglie e quello del figlio sono finalmente negativi . «È stato uno dei periodi più brutti della mia vita, il più brutto. Ho avuto momenti in cui sono stato male, ma mai, mai come il Covid. È impossibile da spiegare raga. Se non l’hai vissuto sulla tua pelle è impossibile.
Oltre ai sintomi, l’ansia e la paura
Il rapper, 48 anni, Alessandro Aleotti all’anagrafe, è passato a spiegare come si è sentito durante il Covid: «È il peggior mal di testa della tua vita, io ho dovuto prendermi 4 diversi farmaci per cercare di calmarlo e non funzionavano ed ero comunque steso a letto impossibilitato a muovermi. Lo stomaco ti si piega in due, tutte le ossa non finiscono di farti male, questo e altro che evito di raccontarvi, tutto nello stesso momento e soprattutto l’ansia di non sapere cosa accadrà, se sarà solo questo o se peggiorerà. È la paura, come è successo a me e a mia moglie, di poter lasciare nostro figlio orfano. È successo a persone molto più giovani di noi. È la rabbia di sentirsi abbandonati, dal tuo Stato soprattutto, perché di amici che ti vogliono portare la spesa a casa ne trovi quanti ne vuoi, mentre invece nessuno ha trovato il modo di sostituire chi ci amministra». Ribadendo di sentirsi un privilegiato, J-Ax ha spiegato che uno dei suoi pensieri fissi mentre era chiuso in casa era rivolto alle persone in situazioni peggiori della sua: «Come può una famiglia con tre figli chiusa in un bilocale uscirne? – si è chiesto -. Io ho visto la salute mentale di mio figlio deteriorarsi velocemente e ho dovuto trattenermi dal non piangere» .
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