Lei è Flavia. Vive a Milano. Ha 39 anni. È il mese di ottobre. Flavia ha appena partorito, è ricoverata nel reparto neonatale. Nei corridoi dell’ospedale si sente solo un forte odore di alcol, per il resto regna un inconsueto silenzio. Nessun parente, niente voci, zero fiori, solo qualche coccarda fuori dalle stanze. Flavia deve rimanere confinata nella sua camera, e non può ricevere visite. È il terzo giorno di ricovero. Le infermiere la chiamano, il suo bambino la aspetta. Flavia attraversa i corridoi deserti, raggiunge il nido. Il pianto di un neonato attira la sua attenzione. Certo, è circondata da bambini, ma quel pianto ha qualcosa di diverso. È struggente, continuo, inconsolabile. Non riesce a ignorarlo. Tende l’orecchio, si sporge nella culla. C’è uno scricciolo avvolto tra le coperte. Legge il nome, Frida. Piccolina, che cos’hai? Canticchia per lei una ninna nanna, Frida non si calma. Flavia prova una pena infinita, vorrebbe fare di più, ma il suo bambino ha bisogno di lei. Dopo qualche ora si ritrova sdraiata in camera, e non riesce a dormire. Pensa a lei. La mattina dopo Flavia è di nuovo al nido, deve cambiare il figlio. Ancora quel pianto. La voce della piccola è una lama che si conficca nel suo istinto di madre. Perché è sola? Flavia chiede in giro, la mamma di Frida è ricoverata in terapia intensiva, per delle complicazioni sopravvenute durante il parto. Le infermiere si prendono cura di lei, la lavano, la nutrono, la ricoprono di attenzioni. Il papà è molto presente, ma la bambina sente la mancanza dell’abbraccio materno. Passa un giorno. Flavia è a letto, arriva un medico, deve visitarla. Mi scusi dottoressa, posso sapere come sta la madre della piccola Frida? Gli occhi della donna in camice bianco si riempiono di lacrime. Flavia trattiene il respiro. La dottoressa è emozionata. Stia tranquilla, è successo un miracolo, la signora si è appena svegliata dal coma, in questo momento sta abbracciando la sua bambina. Flavia fa fatica a parlare. E come sta? E come è stato? La dottoressa ha la voce tremante. La piccola è stata adagiata sul suo petto, si sono guardate, la mamma ha iniziato a piangere, la bambina ha smesso all’istante.
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