Nicoletta. Vive a Torino. Ha 45 anni. Fa l’impiegata, esce la mattina presto e torna la sera tardi, tutti i giorni. Ha un solo svago, le vacanze in Kenya, il suo posto del cuore. È il 2004. Il marito ha problemi di salute, i medici consigliano di cambiare aria. Nicoletta lo guarda dritto negli occhi, non servono parole. Fanno le valigie e partono per l’Africa. Lei lascia il lavoro, il biglietto è di sola andata. Si trasferiscono a Watamu, un piccolo villaggio di pescatori, aprono un bed and breakfast. Poco alla volta Nicoletta si abitua alla nuova realtà, impara costumi e abitudini, si integra, è felice. C’è solo una cosa che non riesce proprio a mandar giù, i gatti. Non ha mai avuto avversione per gli animali domestici, ma il troppo è troppo. Ce ne sono a centinaia, li incontri per strada, ti entrano in casa, ti saltano addosso. La situazione è insostenibile. È una mattina come le altre. Nicoletta apre la porta, fa pochi passi, si blocca. Non riesce a credere ai suoi occhi. Le strade sono ricoperte di carcasse di animali. Come è possibile? Sono morti tutti. C’è un gattino, muove le zampe. Lo prende in braccio, le muore tra le mani. Nicoletta piange per giorni. È colpa di un virus, che arriva con la stagione delle piogge. Esiste un vaccino, ma è costoso, e quelli sono solo dei randagi. Nicoletta riprende la sua vita, ma non riesce a cancellare quelle immagini terribili dalla sua mente. Deve fare qualcosa. Trova un macellaio, compra chili di carne, poi cerca del riso e si mette ai fornelli. Esce di casa con un pentolone. La pappa è pronta! Tre, sei, nove, i gattini arrivano a frotte. Nicoletta li sfama. Poi corre da un veterinario. Vieni con me. Li sterilizza e li vaccina. Tutti, a sue spese. Nel villaggio si sparge la voce. La gente bussa alla sua porta. Tieni, non lo voglio più. Lei accoglie tutti, senza riserve. Nicoletta ha 60 anni. Era andata in Africa in cerca di pace e tranquillità, ora trascorre le giornate in strada a salvare randagi. Tra casa, cortile e gattile, ne ospita quattrocento. La chiamano Mama Paka, mamma gatto. Le danno della matta. Cosa ti sei messa in testa, di salvarli tutti? Se mi date una mano, ce la possiamo fare.
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